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venerdì 16 novembre 2012

LEZIONE SUL CONCETTO DI EMOZIONE e MOTIVAZIONE

Il comportamento di ogni essere vivente è orientato alla realizzazione di un certo numero di scopi e alla soddisfazione di determinati bisogni. I bisogni dell'essere umano possono essere di varia natura e legati alle esigenze biologiche dell'organismo (come la sete, la fame, l'attività sessuale) oppure orientati alle esigenze che nascono e si sviluppano nella collettività sociale (come il bisogno di avere successo, di essere apprezzati e stimati, ecc...) La possibilità di vedere soddisfatti bisogni o di incontrare invece ostacoli nel perseguimento dei propri scopi e relativi piani di azione, suscita nell'essere umano le emozioni. Si può dire che motivazione ed emozione rappresentano due processi fra loro indipendenti, due facce della stessa medaglia: lo studio della motivazione consente di indagare soprattutto le cause, il perché un dato comportamento venga attivato per il conseguimento di uno specifico obiettivo; lo studio delle emozioni permette un'analisi del come un organismo reagisce, adottando cambiamenti a livello fisiologico, espressivo e del vissuto soggettivo a seconda che lo scopo delle sue azioni sia o meno raggiunto.
Un soggetto, in questo caso voi, persegue un certo obiettivo (direzione) con una certa intensità, un certo impegno, cioè una certa forza e persistendo in esso per un tempo più o meno lungo (durata). Se cerchiamo di capire meglio la motivazione, possiamo introdurre una distinzione relativamente al comportamento motivato: possiamo considerarlo come il risultato di una spinta o forza interna, che conduce il comportamento dell’individuo verso i suoi scopi, obiettivi e mete; oppure possiamo invece ritenerlo risultato di un'attrazione da parte di oggetti esterni, un comportamento che risponde alla forza attrattiva che certi obiettivi hanno nei nostri confronti.
Con l'arrivo di EMANUELA, si cercherà di lavorare anche su questi 2 importantissimi fattori, EMOZIONE e MOTIVAZIONE.
Che cosa significa essere motivati al “successo” e a “riuscire”? La motivazione a riuscire può risultare da conflitti fra tendenze opposte? In che misura le cause che riteniamo responsabili dei nostri successi e/o fallimenti influenzano la motivazione alla riuscita?
 
L’emozione tipica che accompagna la tendenza ad evitare l’insuccesso è la vergogna anticipata, dovuta al fatto di sentirsi inadeguati; il compito può essere affrontato con rassegnazione o ansia (dovute al timore di non riuscire). L’eventuale insuccesso viene interpretato come mancanza “stabile” di capacità personali; ne può derivare un sentimento di impotenza e di mancanza di controllo della situazione. Purtroppo molti di voi tendono a rispecchiare a pieno questa teoria... cerchiamo d'ora in poi, grazie anche ad EMANUELA di ribaltare le nostre convinzioni, di affrontare emozioni e motivazioni nel verso giusto.

Se la probabilità di successo è alta, perché il compito facile, l’incentivo (emozione) sarà basso; se la probabilità di successo è bassa, perché il compito è difficile, l’incentivo (emozione anticipata di soddisfazione e orgoglio) sarà elevato.

Al crescere della difficoltà del compito, corrisponde un aumento dell’incentivo e quindi cresce la motivazione fino a quando il livello di difficoltà è compatibile. Quando la difficoltà del compito diviene eccessiva e quindi la probabilità di successo bassa, ci può essere un calo di motivazione per il timore di fallire.
Lavoreremo su questo, e ci riusciremo... Ora mi fermo perchè son sicuro che questa lezione psicologica - filosofica e pedagogica può non essere stata compresa ma se magari rileggeste e cercaste di interpretare le parole, forse riuscireste a capire che parlavo proprio di voi, di quanto emerge quando sono a contatto con voi, dei miei errori, mi metto in gioco anche io, perchè forse non ho svolto al meglio il mio compito di motivatore, dando solo il bastone e poco la carota!

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